Sui Giochi di Ruolo

Sono da praticamente sempre un appassionato di Giochi di Ruolo.

Posso dire senza timore di sembrare pazzo(*) che i GdR in qualche modo hanno plasmato parte della mia esistenza: amicizie, esperienze e modus vivendi. Anni fa un mio amico mi raccontò un aneddoto. Un suo amico doveva essere operato (qualcosa di banale tipo un osso rotto o un’appendicite) e l’anestesista gli fece il classico giochetto “ok, ora conta fino a dieci” e lui iniziò ma al due lo guardò e disse “bastardo sapevi che non sarei arrivato a dieci”. Un aneddoto stupido ma che farà sorridere chi gioca di ruolo proprio per via della capacità di pensare lateralmente e della maggiore “esperienza artificiale” che anni di gioco possono dare.

Parlerò più in là dell'”esperienza artificiale”, così come di Pathos, dei giochi narrativi (e della sperimentazione che iniziammo nel passaggio fra gli anni ’80 e ’90 e che solo poi nei primi anni del 2000 ha iniziato ad essere scoperta da altri); ora vorrei giusto dire che se avete letto fino a qui e non sapete cos’è un gioco di ruolo (o, peggio, starete pensando a qualcosa di sessuale) siete più matti di me, e non nel senso indicato qui(*).

(*) in determinati ambiti la follia è considerata un pregio ed essere considerati pazzi un complimento 🙂

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